Un’alimentazione corretta e la qualità dei cibi che consumiamo ha un effetto dirompente sulla salute generale del nostro organismo, inclusa quella dei nostri denti. Se si considera infatti che il benessere dei denti è strettamente correlato a quelle delle ossa, è facile intuire come una dieta equilibrata possa influire positivamente sul mantenimento di un apparato scheletrico forte e correttamente mineralizzato e denti sani e belli.
Spiega il dottor Francesco Martelli, fondatore del network di studi partner del marchio IMI-EDN: “Siamo quello che mangiamo, ma soprattutto quello che hanno mangiato gli animali di cui direttamente o indirettamente ci nutriamo.”
Una conferma ulteriore a scegliere con cura i cibi, prediligendo quelli derivati da modalità produttive particolarmente virtuose.
Per il mantenimento di una bocca in buona salute, il dottor Martelli continua invitando a privilegiare alimenti che contengono vitamine e sali minerali, ricordando che, sebbene la genetica giochi un ruolo importante nella salute dell’individuo, anche la scelta di uno stile di vita capace di modulare a nostro favore “l’accensione” o “lo spegnimento” di particolari geni può contribuire a fare la differenza.
Tale principio è valido anche per quanto riguarda una patologia multifattoriale e grave come la parodontite.
“Tramite la scienza si può determinare il rischio di malattie come parodontite e osteoporosi, ma una prevenzione adeguata può evitare che queste patologie si manifestino,” spiega il dottore, sottolineando l’importanza di una corretta alimentazione in termini di assunzione di vitamine liposolubili (in particolare D, K2, A, E) e minerali come magnesio e fosforo.
“Senza un adeguato contenuto di calcio e fosforo, i denti e le ossa che li sostengono non sono abbastanza mineralizzati: il rischio di insorgenza di carie aumenta insieme a quello di sviluppare osteoporosi. Anche il magnesio è fondamentale per i processi di corretta mineralizzazione e di sintesi proteica, essendo cruciale per l’attivazione di moltissimi enzimi.”
L’importanza della qualità del cibo in un’alimentazione che favorisce la salute: la nutraceutica
La nutraceutica, termine che fonde le parole “nutrizione” e “farmaceutica”, è una disciplina che studia l’insieme dei componenti o i principi attivi degli alimenti che hanno la capacità di influire positivamente sulla salute, sulla prevenzione e addirittura nel supporto al trattamento di numerose patologie.
Il suggerimento del dottor Martelli non è quindi soltanto di scegliere gli alimenti corretti a garantire l’adeguato apporto di vitamine e sali minerali, ma anche di prestare attenzione alla loro qualità, informandosi presso i produttori e leggendo con attenzione l’etichetta. Spazio dunque al pesce azzurro, possibilmente non di allevamento, per quanto riguarda la vitamina D; alla carne, alle uova e al burro provenienti da filiere corte e certificate per la vitamina K2; alla frutta secca per l’apporto di magnesio, fosforo e calcio; ai cereali non raffinati, alle lenticchie, ai ceci, ai fagioli, e naturalmente a una grande quantità di frutta e verdura fresca.
Certamente la ricerca di alimenti di qualità certificata richiede più attenzione, ma il vantaggio è, secondo il dottor Martelli, davvero ineguagliabile, poiché le tecniche di allevamento intensivo e di produzione industriale del cibo hanno eliminato dalle nostre tavole le vitamine liposolubili, e in particolare la vitamina K2.
“Questo micronutriente è in grado di far depositare il calcio dove serve, dunque in ossa e denti, e di evitare che si accumuli dove non serve, come nei vasi sanguigni, nelle valvole cardiache e nei reni.”
Ottime fonti di calcio sono rappresentate dai formaggi a pasta morbida, specialmente se fermentati come scamorza o brie, ma anche nel natto, il cibo giapponese derivato dai fagioli fermentati.
L’assunzione della corretta quantità di vitamine per il benessere dell’organismo non è una questione da prendere sottogamba, al contrario.
“Una carenza di vitamine fa progredire silenziosamente per decenni l’osteoporosi e l’arteriosclerosi prima che compaiano i sintomi, oltre che esporci a un rischio aumentato di malattia parodontale.”
Perché la vitamina D è un alleato chiave per la salute di denti e ossa
Ma quale legame intercorre, in particolare, tra la comparsa della parodontite e la carenza di vitamina D?
Il nesso cruciale tra parodontite e la Vitamina D sta tutto nel ruolo cruciale che la “vitamina del sole”, gioca nella salute delle ossa, e di conseguenza anche di quella dei denti. Non a caso parodontite e osteoporosi sono due malattie fortemente correlate, dal momento che i denti si trovano nell’osso di mascella e mandibola e sono dunque direttamente connessi all’apparato scheletrico.
Nei centri partner del marchio IMI-EDN, parte dell’iter diagnostico della malattia parodontale consiste proprio nella valutazione, tramite appositi test, dello stato di salute generale delle ossa partendo dall’assessment delle condizioni della bocca del paziente.
Ti ricordiamo che la malattia parodontale è una patologia multifattoriale che colpisce, attraverso un’infiammazione cronica, i tessuti di sostegno del dente, ossia il parodonto. Provocando una degenerazione di queste strutture di supporto, che includono anche l’osso alveolare, la parodontite produce nelle sue fasi più avanzate la caduta degli elementi dentali colpiti a causa della demineralizzazione e del riassorbimento osseo.
La vitamina D agisce in questo senso come un prezioso alleato perché, dal momento che è un ormone fondamentale per lo sviluppo e il mantenimento del tessuto osseo in tutto il corpo, garantisce ai denti il sostegno strutturale necessario. Al contempo, la vitamina D è essenziale anche per la salute dell’apparato cardiovascolare e per il corretto funzionamento del sistema immunitario nel suo complesso – ossia del primo e più efficace scudo difensivo contro infezioni di ogni tipo.
Un grave stato di ipovitaminosi D porta, non a caso, a conseguenze anche gravi a carico di tutto l’organismo: dalla sensazione di debolezza generalizzata ai dolori muscolari, dalla maggiore fragilità alle aggressioni virali e batteriche all’indebolimento delle ossa, incluse quelle mascellari. L’apparato scheletrico, in particolare, si demineralizza e così facendo agevola la comparsa e la progressione non soltanto della temuta osteoporosi, ma anche dell’altrettanto grave malattia parodontale.
Infine, non va dimenticata l’importanza della vitamina D anche per la salute della pelle.
Questo prezioso nutriente regola infatti sia la proliferazione delle cellule che compongono lo strato superficiale dell’epidermide sia la qualità del film idrolipidico, contribuendo in modo marcato a una pelle non soltanto più luminosa, ma anche decisamente più sana. Non stupisce scoprire che sia gli alimenti contenenti vitamina D che nuovi prodotti cosmetici a base di ergocalciferolo (vitamina D2) supportino l’idratazione, la luminosità, la vitalità della pelle.
In che modo? Semplicemente lavorando sulla sua capacità di resistere meglio alle aggressioni esterne, ossia rendendo il film idrolipidico più compatto e solido.
È arrivato il momento di prestare più attenzione a ciò che mangiamo!
Quali cibi aiutano a contrastare la parodontite?
Gli alimenti ricchi di antiossidanti, come frutti di bosco, agrumi e verdure a foglia verde, aiutano a ridurre l’infiammazione gengivale. Anche i cibi ricchi di Omega-3, come il pesce azzurro e le noci, possono contribuire a migliorare la salute parodontale. Evitare cibi ricchi di zuccheri raffinati e bevande acide è altrettanto importante per ridurre l’accumulo di placca.