Le analisi microbiologiche e genetiche nel trattamento della parodontite

Nel nostro precedente approfondimento abbiamo parlato del ruolo che la predisposizione genetica individuale e la composizione del microbiota orale giocano nel mantenimento dello stato di salute della bocca, evidenziando come e perché entrambi questi fattori possano condizionare sia il benessere del cavo orale sia quello dell’organismo nel suo complesso.

È particolarmente interessante notare che la comparsa della malattia parodontale, la grave malattia infiammatoria multifattoriale che colpisce il parodonto (il sistema di sostegno del dente composto da osso, cemento radicolare, legamento parodontale e gengiva) e provoca, nei suoi stadi finali, danni irreversibili ai tessuti del parodonto e all’osso e dunque la caduta dei denti colpiti, può essere favorita sia da una predisposizione genetica individuale che da un microbiota orale in stato di disbiosi, ossia di squilibrio.

A sua volta, una grave forma di parodontite – e l’assenza di una diagnosi precoce unita a un trattamento mirato – può portare a severe conseguenze nello stato di salute generale del paziente, che potrà risultare compromesso a causa del legame tra la malattia parodontale e numerose malattie sistemiche e cardiovascolari.

In questo scenario così complesso e delicato, la fase di diagnosi della parodontite rappresenta uno step chiave per incrementare le probabilità di eradicare completamente la malattia attraverso un trattamento specifico e personalizzato sulle caratteristiche uniche del singolo paziente.

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Protocollo PERIOBLAST™: per una gestione evoluta della malattia parodontale

Attualmente, le strade percorribili nel trattamento della parodontite sono due: la prima prevede un approccio chirurgico, in passato considerato la terapia d’elezione seppur con i limiti di essere particolarmente costoso dal punto di vista biologico oltre che non risolutivo; la seconda comporta invece l’impiego sinergico di analisi genetiche e microbiologiche, microscopio operatorio e laser ad alta potenza.

Negli studi odontoiatrici partner del marchio IMI-EDN, il trattamento messo in atto per la gestione della malattia parodontale è di tipo non chirurgico e minimamente invasivo: denominato PERIOBLAST™, il protocollo affianca sofisticate analisi di biologia molecolare alla tradizionale diagnosi clinica e radiografica e utilizza analisi genetiche e microbiologiche, laser e microscopio operatorio al fine di incrementare le possibilità di guarigione completa dalla malattia e ridurre il rischio di recidive.

I vantaggi del protocollo PERIOBLAST™ sono riassunti in breve a seguire:

  • L’intera sequenza terapeutica viene eseguita al microscopio e prevede la decontaminazione profonda delle tasche parodontali, con conseguente eliminazione dei batteri patogeni.
  • Il sanguinamento e l’infiammazione vengono immediatamente ridotti o addirittura eliminati.
  • Il rischio di insorgenza di pericolose recidive è significativamente ridotto, e la loro gestione è comunque migliorata.
  • La mobilità dentale viene ridotta o eliminata.
  • Le tasche parodontali tendono a chiudersi, e tessuti quali osso e legamenti vengono rigenerati.
  • Il paziente sperimenta un discomfort estremamente ridotto (ossia il dolore è pressoché assente) grazie all’approccio non chirurgico e minimamente invasivo.
  • I costi biologici per il paziente sono limitati.
  • La gestione anche delle forme più refrattarie e aggressive di parodontite, come quella giovanile, è sensibilmente migliorata.

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Analisi genetiche e microbiologiche: uno screening completo per protocolli di cura tarati sulla persona

Nella definizione del trattamento personalizzato della malattia parodontale con protocollo PERIOBLAST™, grande importanza viene data alle analisi genetiche e microbiologiche: queste ultime sono in genere previste lungo l’intero percorso terapeutico, dall’esame iniziale fino alla fase di follow-up del paziente.

Le analisi microbiologiche sono condotte con la tecnica Real Time-PCR, che permette di analizzare la popolazione batterica presente nel cavo orale del paziente sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. Ciò significa che il test microbiologico consentirà l’esatta identificazione di specie, sub-tipizzazione e quantificazione in esclusiva dei batteri patogeni della parodontite, a partire dalla quale sarà possibile impostare un trattamento terapeutico personalizzato.

Accurata, sensibile e specifica nei risultati, la tecnica Real Time-PCR offre anche il vantaggio di verificare l’efficacia della terapia laser nella cura delle parodontopatie, e la sua ripetizione regolare riduce il rischio di recidive.

Va infine specificato che i centri dentistici partner del marchio IMI-EDN effettuano un ulteriore test microbiologico al termine del percorso di cura così da disporre di dati oggettivi in merito ai risultati raggiunti.

Per quanto riguarda invece l’analisi genetica, essa è finalizzata a controllare i polimorfismi (ossia le varianti di un gene) associati alla parodontite. In tal modo, l’odontoiatra potrà valutare l’effettivo rischio per il paziente di contrarre la malattia nonché il possibile manifestarsi dell’osteoporosi, una patologia che condivide con la parodontite un’alterazione del recettore della vitamina D.

L’esame genetico può inoltre essere effettuato in un’ottica di screening, già in giovane età, per definire un adeguato programma di prevenzione non solo della malattia parodontale, ma anche di tutte le patologie ad essa correlate.

Gli studi dentistici partner del marchio IMI-EDN sono presenti in tutta Italia: fissa subito il tuo appuntamento per un check-up preliminare sullo stato di salute della tua bocca!


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