Impianti dentali: le controindicazioni

Le tecniche di implantologia stanno riscontrando un costante successo perché i risultati estetici e funzionali sono immediati e duraturi. Come qualunque altro tipo di intervento, però, anche le tecniche di implantologia possono comportare delle controindicazioni che il chirurgo implantologo dovrà sempre considerare prima di intervenire.

Come valutare un intervento di implantologia dentaria

Generalmente, il medico dovrà tener presente la condizione clinica di base del paziente, valutando il rapporto rischio/beneficio.

Tutti i soggetti in buono stato di salute possono affrontare l’intervento senza scontrarsi con difficoltà particolari o con controindicazioni specifiche, avendo la possibilità di usufruire di un metodo innovativo, mininvasivo, rapido ed efficace, con il quale ripristinare la dentatura sia dal punto di vista estetico che dal punto di vista funzionale.

Le più importanti e serie controindicazioni sugli impianti dentali, invece, riguardano principalmente una serie di condizioni patologiche che non solo possono inficiare il risultato dell’intervento stesso, ma possono comprometterne anche la guarigione e la durata.

Impianti dentali, patologie e malattie sistemiche

Malattie sistemiche che interferiscono con il regolare processo di cicatrizzazione e coagulazione del sangue, alterazioni cardiocircolatorie e del sistema immunitario, così come stati mentali che possono distorcere la percezione della propria immagine, sono i deterrenti principali ad un intervento di implantologia.

Nello specifico: epatiti, disturbi psicologici gravi, insufficienza renale, immunodeficienze, malattie neurologiche, soggetti che hanno eseguito chemioterapie e tossicodipendenti non rappresentano i pazienti ideali per l’inserimento degli impianti dentali.

In alcuni casi, nonostante alcune importanti patologie sistemiche, l’intervento di implantologia potrebbe essere comunque preso in considerazione dopo aver attentamente valutato alcuni parametri fisiologici. Nel diabete, ad esempio, una stabilizzazione della glicemia potrebbe rendere possibile l’applicazione degli impianti dentali, controllando la regolarità dei processi di cicatrizzazione.

Altrettanto importante controindicazione è l’osteoporosi, una condizione patologica in cui l’osso perde la sua naturale consistenza, rendendo un’eventuale processo di osteointegrazione inefficace ed incompleto, oltre a comportare una potenziale osteonecrosi per effetto dei farmaci assunti.

Controindicazioni decisamente meno gravi sono invece la scarsa presenza di osso residuo, in quanto è possibile eseguire preventivamente una rigenerazione ossea, una gestazione in corso, poiché esclude la paziente solo per il periodo relativo alla gravidanza, nonché il tabagismo, poiché il fumo rallenta il processo di guarigione. Infine, malgrado l’età non rappresenti propriamente una controindicazione, sarebbe più opportuno non intervenire su soggetti minorenni poiché l’accrescimento osseo non risulta ancora definitivamente completato.

Nonostante i pazienti che mostrano un buono stato di salute generale non siano esposti a tutti questi rischi potenziali, è importante che mantengano comunque un atteggiamento di attenzione e cura post-implantologia.

Una garanzia di riuscita e durata degli impianti è infatti assicurata da una corretta e costante igiene dentale, da una riduzione di alcool e sigarette ed da un impegno ad effettuare controlli odontoiatrici periodici, che potranno mettere in luce qualunque criticità.

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