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Parodontite e approccio genere-specifico: un caso clinico
La parodontite può essere definita come l’esito di una risposta infiammatoria dell’organismo a un’infezione batterica che si è generata nei tessuti parodontali, ossia di sostegno al dente. La progressione della parodontite e la sua severità dipendono dall’equilibrio tra l’aggressività dei batteri sottogengivali e la risposta immunitaria dell’individuo colpito. A questo andranno poi sommati il contesto genetico ed epigenetico e, naturalmente, fattori ambientali come genere, età, fumo, igiene orale. In ogni caso, ciò che risulta evidente è che la presenza di batteri patogeni nelle lesioni parodontali è correlata a vari disordini sistemici, tra cui:
- Cancro
- Diabete mellito
- Artrite reumatoide
- Malattie cardiovascolari
- Infertilità
- Parti con esito avverso
Parodontite: le donne sono più colpite
Per comprendere appieno questa associazione è importante tenere presenti i cambiamenti fisiologici del corpo femminile legati a età, livelli di estrogeni e di progesterone, distribuzione tissutali dei relativi recettori e metabolismo ormonale. In particolare, la riduzione ciclica dei livelli di ormoni sessuali, che induce un aumento della vasodilatazione e della permeabilità capillare, rende le donne transitoriamente più suscettibili alla parodontite e aumentati livelli di progesterone sono associati ad alterazioni della popolazione batterica, specificamente a un aumento dei batteri anaerobi Gram negativi.
Ai disturbi gengivali sono poi legati anche i contraccettivi orali, seppure con variabilità individuale. Infine, la menopausa e la conseguente diminuzione dei livelli di progesterone ed estrogeni circolanti determina spesso l’insorgenza di problemi orali, così come di osteoporosi e recidiva di malattia parodontale (o peggioramento di una condizione preesistente).
Il caso clinico: parodontite aggressiva in una giovane donna in allattamento
Analizziamo ora il caso clinico relativo a una giovane donna di 26 anni, primipara in allattamento e affetta da parodontite aggressiva che si manifesta con sanguinamento spontaneo, suppurazione e una generalizzata mobilità dentale.
A seguire:
- La DEXA, che mostra severa osteopenia al collo del femore e osteoporosi alla colonna
- Le analisi microbiologiche preoperatorie e a 32 mesi
- La comparazione delle cartelle parodontali preoperatoria e a 32 mesi
- L’analisi comparativa delle immagini radiografiche tridimensionali, che mette in evidenza le gravissime lesioni a carico dei molari 17 e 27 e un quadro infiammatorio del seno mascellare dovuto alla penetrazione dei patogeni parodontali nella cavità antrale
È essenziale notare come, a distanza di 32 mesi, la risoluzione dell’infezione si accompagni alla ricostituzione dell’architettura parodontale sugli elementi 17 e 27 e a una sostanziale scomparsa delle immagini riferibili alla sinusite mascellare.
In conclusione
In particolare, è sempre più importante considerare l’epidemiologia e la progressione delle malattie attraverso un approccio genere-specifico. L’implicazione della malattia parodontale in molti disturbi sistemici specifici della donna è indicatrice della necessità di uno sforzo comune tra tutti i professionisti della medicina per una gestione più mirata e olistica della salute femminile.
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