La sensibilità dentale al caldo e al freddo

Cos’è la sensibilità dentale?

La sensibilità dentale è una particolare condizione clinica causata da un’esposizione all’ambiente esterno della dentina del dente. Si presenta con un dolore acuto di breve durata che insorge a livello della dentina radicolare e coronale in risposta a stimoli termici, chimici osmotici o tattili.

La dentina è lo strato di tessuto duro del dente immediatamente sotto lo smalto a livello coronale e sotto il cemento a livello radicolare, rivestendo così la polpa dentaria. Nella dentina sono presenti innumerevoli microscopici canali chiamati tubuli dentinali che contengono particolari prolungamenti delle cellule della polpa chiamati processi odontoblastici e fluido dentinale in cui i processi odontoblastici galleggiano.

La sensibilità dei denti è dovuta ad una anomala esposizione della superficie dentinale radicolare e/o coronale che espone all’esterno i tubuli dentinali.

L’esposizione della dentina provoca un aumento della sensibilità dei denti perché gli stimoli esterni capaci di provocare dolore sono di tre tipi:

  • Meccanici (spazzolamento, bruxismo)
  • Termici (75% freddo; 25% caldo)
  • Osmotici per contatto con cibi acidi (spremute, bibite, succo di limone) o molto zuccherini

Questi fattori stimolanti permettono la trasmissione dolorosa perché determinano dei movimenti con relativi cambiamenti di pressione del liquido dentinale presente nei tubuli dentinali.

Secondo la teoria idrodinamica lo stimolo esterno fa sì che il movimento del liquido all’interno del tubulo deformi l’odontoblasta stimolando le fibre nervose che lo circondano e quelle della predentina. Il freddo è capace di causare un movimento idrodinamico verso l’esterno (spostamento centrifugo) verso la periferia con conseguente stimolazione acuta e di breve durata delle cellule odontoblastiche tramite una pressione negativa dei loro prolungamenti citoplasmatici mentre il caldo invece sarà responsabile di movimenti centripeti con aumento della pressione che porta a dolori di tipo sordi e continui.

La sensibilità si manifesta nel 30% dei casi in cui si evidenziano esposizione della dentina a livello del colletto del dente, là dove lo smalto termina per lasciare spazio al cemento radicolare.

Le cause della sensibilità dentale

Tra le cause della sensibilità dentale riconosciamo un’esposizione della dentina all’ambiente esterno dovuta a:

  • Scarsa igiene orale
  • Accumulo di placca con conseguente demineralizzazione dello smalto ed esposizione della dentina sottostante
  • Utilizzo di dentifrici abrasivi
  • Tecniche scorrette di spazzolamento
  • Recessioni gengivali
  • Malattia parodontale
  • Abitudini alimentari scorrette con consumo eccessivo di cibi acidi
  • Reflusso esofageo
  • Disturbi del comportamento quali anoressia, bulimia o vomito indotto
  • Bruxismo
  • Trauma occlusale con perdita di tessuto duro a livello del colletto dentale
  • Cause dentoscheletriche con le radici degli elementi dentari posizionate verso l’esterno delle ossa mascellari o mandibolari
  • Danni iatrogeni da movimenti ortodontici pregressi o sbiancamento dentale

Gli effetti della sensibilità dentale

Il principale, se non unico, effetto della sensibilità dentale si manifesta con un dolore acuto all’assunzione di cibi freddi o troppo caldi, bevande acide o zuccherate.

Come si cura la sensibilità dentale?

Le cure e le terapie finalizzate a risolvere il problema della sensibilità dentale sono differenziate e variabili e andranno stabilite dall’odontoiatra.
In generale, la sensibilità dentale si cura con:

  • Utilizzo di dentifrici desensibilizzanti contenenti composti che si depositano sui tubuli per occluderli e mitigare la trasmissione nervosa
  • Corretta igiene orale tramite utilizzo di spazzolini a setole morbide, collutorio e filo interdentale, evitando di spazzolare con eccessivo vigore
  • Utilizzo di dentifrici al fluoro
  • Cura della malattia parodontale tramite terapia fotodinamica
  • Riduzione dell’assunzione di cibi acidi (bevande alcoliche, succhi di agrumi, pompelmo, vino)
  • Cure conservative con tecnica adesiva: ricostruzione in composito delle lesioni cariose
  • Laser con vetrificazione della dentina
  • Utilizzo di bite in caso di bruxismo

La lesione “a colpo d’accetta”

La perdita di smalto o cemento con relativa esposizione della dentina provoca una lesione definita “a colpo di accetta” perché la dentina non è resistente quanto lo smalto all’abrasione dello spazzolamento.
La recessione gengivale dovuta a malattia parodontale, invece, espone il cemento all’azione abrasiva dello spazzolamento, con conseguente perdita di tessuto duro, rendendo il colletto dentale scoperto esposto al rischio carie. A contribuire alla perdita del tessuto dentinale è lo spazzolamento scorretto in senso orizzontale.

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